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Oltre la COP29: Strategie Globali e Sfide per una Decarbonizzazione Efficace

Dall’11 al 22 novembre 2024 si è svolta a Baku la COP29, in cui i 198 Paesi partecipanti hanno raggiunto un nuovo accordo per sostenere economicamente la transizione climatica dei Paesi meno sviluppati. Proprio sull’onda di queste decisioni globali, il 2 dicembre si è tenuto al Politecnico di Milano l’evento “Scenari Climatici tra Decarbonizzazione Spinta e Punti di Non Ritorno”. Esperti e ricercatori hanno discusso le sfide della decarbonizzazione, dalle difficoltà tecnologiche alle opportunità offerte da approcci innovativi.

 

Data di pubblicazione

Dall’11 al 22 novembre 2024 si è svolta a Baku, Azerbaijan, la COP29 (la Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).
La complessità del contesto geopolitico mondiale attuale non lascia presagire sviluppi particolarmente positivi sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia i 198 Paesi (197 più l’Unione Europea) a Baku hanno raggiunto un accordo, con la definizione del New Collective Quantified Goal on Climate Finance (NCQG), ossia l’aiuto economico ai Paesi meno sviluppati, da parte dei Paesi più ricchi, ritenuti responsabili del riscaldamento climatico globale dovuto alle emissioni dei gas serra. Si tratta di un vero e proprio obbligo statuito dall’accordo di Parigi. Questo obiettivo è stato il focus dei negoziati di quest’anno e si dovrebbe tradurre in un aumento ad almeno 300 miliardi di dollari all’anno nei prossimi 10 anni, in forma di contributi e prestiti a basso interesse ai Paesi meno sviluppati, per supportare il processo di transizione (rispetto ai 100 miliardi di dollari fissato nell’ambito della COP16 di Copenaghen del 2009, per il periodo 2010-2025). Con l’impegno, non vincolante, ad aumentare i finanziamenti, giungendo ai 1300 miliardi che appare come la cifra necessaria. 

In attesa della COP30, che si terrà in Brasile nel 2025, l’accordo siglato a Baku ha un rilievo importante per la definizione dei piani nazionali di riduzione delle emissioni. Entro febbraio 2025 tutti i Paesi aderenti dovranno presentare i propri Piani aggiornati al 2035-2040. La Commissione Europea ha presentato un NDC - Nationally Determined Contribution - collettivo e in particolare un taglio delle emissioni pari al 90%. La pianificazione nel nostro Paese si concretizzerà nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima-PNIEC.

Cambiamento climatico: un incontro per approfondire

Proprio sull’onda dei risultati della COP29, il 2 dicembre 2024 presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano, si è svolto l’evento “Scenari Climatici tra Decarbonizzazione Spinta e Punti di Non Ritorno”, un’occasione per discutere le strategie necessarie a fronteggiare la crisi climatica. Docenti, esperti e ricercatori hanno esplorato le sfide della decarbonizzazione nazionale e globale, ponendo particolare attenzione sui limiti delle tecnologie attuali e sulle opportunità offerte da approcci innovativi. 

Il Prof. Mario Grosso, Delegato del Rettore per i rapporti con le reti accademiche per la sostenibilità, rileva: 

“Come inequivocabilmente confermato dai relatori del convegno, nel contesto climatico che stiamo vivendo in questo decennio le cattive notizie sono ormai all’ordine del giorno, e tali da suscitare sempre meno interesse ad un’opinione pubblica progressivamente più assuefatta. Sono tuttavia numerose le buone notizie che ho raccolto in questo scorcio di fine anno e brevemente illustrato. Si va dalla chiusura dell’ultima centrale a carbone nel Regno Unito, avvenuta a settembre, alla prospettiva di una fuoriuscita anche da parte della Germania entro il 2030; dalla continua rivisitazione al rialzo delle stime di installazione di nuova potenza fotovoltaica nel mondo nel 2024, ormai proiettate verso i 600 GW, alla diminuzione di oltre il 90% dei costi delle batterie di accumulo osservato dal 2010 al 2023; dalla prospettiva di una produzione globale di elettricità da energie rinnovabili che al 2030 si avvicinerà al 50%, con l'eolico e il solare fotovoltaico che insieme rappresenteranno il 30%, al tasso di occupazione nel settore delle energie pulite che nel 2023 ha superato quello dei combustibili fossili. In questo contesto di forte evoluzione spicca il ruolo trainante della Cina, che si appresta a polverizzare anche quest’anno i record di installazione di impianti eolici e fotovoltaici, nonché a risultare il mercato dominante e in maggiore crescita relativamente ai veicoli elettrici, che nel 2023 hanno registrato un aumento delle vendite del 38% rispetto al 2022, avvicinandosi alle 10 milioni di unità nel 2024. Insomma, tanti segnali di ottimismo che ci dovrebbero incoraggiare a procedere in maniera molto più coesa nella sfida epocale della lotta ai cambiamenti climatici”.

L'evento è iniziato con Gianluca Lentini, ricercatore di Poliedra, che ha delineato le principali tappe della ricerca sul cambiamento climatico, enfatizzando l'importanza di una solida conoscenza scientifica. Anna Pirani del CMCC ha poi illustrato i pericoli di soglie critiche nel sistema climatico, evidenziando le proiezioni dei modelli dell'IPCC, mentre Giacomo Grassi e Giorgio Vacchiano hanno analizzato il ruolo cruciale delle foreste, mettendo in luce potenzialità e rischi come il greenwashing.

Marina Vitullo (ISPRA) ha parlato del contributo significativo che agricoltura e uso del suolo possono dare alla transizione climatica, se supportati da politiche mirate. Veronica Aneris (European Climate Foundation) ha evidenziato le difficoltà nel decarbonizzare il settore dei trasporti, tra sfide tecnologiche ed economiche.

Il professor Stefano Caserini (Università di Parma) ha approfondito il tema della rimozione di CO₂ dall'atmosfera, essenziale per compensare le emissioni residue, ma limitata dalle tecnologie attuali, ancora in fase di sviluppo. 

Il pomeriggio ha visto un ampliamento delle riflessioni sugli scenari futuri, con Federica Fricano (MASE) che ha trattato, a partire dalla COP29, i principali ostacoli internazionali alla decarbonizzazione, interrogandosi su quali nodi globali impediscano un'accelerazione maggiore, per proseguire con Massimo Tavoni (Polimi) che ha mostrato i percorsi globali di decarbonizzazione e i costi dell'inazione. L’intervento di Emanuele Peschi (ISPRA) ha fatto il punto su quanto l'Italia sia ancora lontana dagli obiettivi climatici, mentre Michele Benini (RSE) ha presentato una visione strategica su come accelerare la transizione, integrando innovazione tecnologica e infrastrutture.

In conclusione dell'evento il focus si è spostato sulle azioni dell'Ateneo. Eleonora Perotto, Mobility Manager del Politecnico, insieme a Giulia Cavenago, dottoranda del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, hanno presentato il Piano di Mitigazione delle emissioni di CO2, illustrando gli elementi di contesto, gli aspetti metodologici e i possibili scenari per contribuire agli obiettivi di neutralità climatica.

Quale il ruolo del Politecnico?

Il Politecnico di Milano da anni ha avviato una strategia per la riduzione delle emissioni di CO2. Nel 2015 la Direzione Generale di Ateneo ha incluso tra i propri obiettivi l’avvio del progetto Carbon management volto a quantificare, monitorare e ridurre le emissioni di CO2 del Politecnico di Milan con il coordinamento del Servizio Sostenibilità Ambientale (AGIS), con il supporto scientifico del DICA (e dal 2023 anche del DENG), della Commissione energia, dell’Energy Manager e del Mobility Manager.

Questa strategia si inserisce in una più ampia governance della sostenibilità, guidata dalla Rettrice e dal Tavolo di Coordinamento Sviluppo Sostenibile e Impatto, con il coinvolgimento di delegati e strutture di Ateneo dedicati all’attuazione del Piano Strategico di Sostenibilità.

L’aggiornamento dell’inventario delle emissioni di CO2 è realizzato annualmente. A seguito della pubblicazione e adozione del Piano Strategico di Sostenibilità 2023-2025, sono state recepite le nuove linee di indirizzo strategico che hanno portato all’aggiornamento del Piano di mitigazione delle emissioni CO2 (PdM 2019) e del Piano Spostamenti Casa Università (2022). 

La seconda edizione del Piano di Mitigazione delle emissioni di CO2 del Politecnico di Milano (PdM, 2024) - approvato a luglio del 2024 dagli organi accademici - prevede l’assunzione di impegni formali di riduzione delle emissioni climalteranti rispetto all’anno di riferimento 2015. Rispetto all’edizione precedente, sono stati approfonditi gli aspetti metodologici ed economici per la stima delle riduzioni, considerati ulteriori interventi e rivisti al rialzo gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2

Il documento ha lo scopo di: 

  • fornire una base scientifica alle politiche di sviluppo sostenibile di Ateneo previste dal Piano Strategico di Sostenibilità 2023-2025 (PSS-2024);
  • supportare gli Organi di governo per l’assunzione di impegni formali di riduzione delle emissioni di CO2 dell’Ateneo, a breve e a lungo termine, e impostare una strategia di decarbonizzazione;
  • definire le azioni di riduzione e proiezione dei fattori di emissione 

Nell’ambito ENERGIA sono state individuate 11 diverse azioni, di seguito se ne riporta una selezione: rete di teleriscaldamento e raffrescamento; Installazione di pannelli fotovoltaici; sostituzione dei corpi illuminanti; interventi sulle macchine frigorifere; interventi su edifici e impianti; regolazione e supervisione degli impianti termici; riduzione dell’illuminazione notturna; comunità energetiche.

Per l’ambito MOBILITÀ sono state individuate 24 diverse azioni, di seguito le azioni principali: incentivazione del trasporto pubblico; incentivazione della mobilità ciclistica; incentivazione della sharing mobility; promozione di tecnologie per la mobilità elettrica motorizzata; promozione della cultura della mobilità sostenibile; razionalizzazione della frequenza di accesso al campus; pedonalizzazione spazi interni con creazione aree car free e riqualificazione aree sosta bici; realizzazione di docce e spogliatoi in ogni polo/campus/dipartimento. 

Il Prof. Mario Motta, Delegato del Rettore alla Transizione Energetica del Politecnico osserva che:
“Come si evince dagli scenari presentati da Ispra e RSE, l'Italia è ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi climatici e della transizione energetica. Ci troviamo, quindi, dinanzi ad una grande sfida ed è fondamentale, se si vogliono ottenere risultati, inaugurare una nuova stagione; la stagione della “messa a terra” delle politiche che impone un cambio di paradigma nel modo di produrre e consumare.

La scommessa è, dunque, passare dalle parole ai fatti con una vera politica industriale della transizione energetica, che insieme agli obiettivi climatici abbia il fine di non deprimere l’attività economica e far recuperare competitività al paese. Come chiaramente indicato nel rapporto Draghi sulla competitività dell’unione. Nei settori delle fonti energetiche rinnovabili, della mobilità sostenibile, del contenimento dei consumi dovremo agevolare l’irrobustimento delle filiere produttive creando nuovi mercati e facilitando lo sviluppo dell’attività d’impresa. Saranno necessari piani di investimento di medio e lungo periodo, soprattutto nel settore della mobilità, come indicato dal PNIEC.

Un contributo significativo sarà rappresentato dal settore civile (residenziale e terziario) e un importante opportunità risiederà nelle città. Le linee di azione dovranno puntare ad un aumento massivo della riqualificazione del parco edilizio esistente, dell’elettrificazione dei consumi, in buona parte attraverso la diffusione di pompe di calore, e dell’espansione, dove il tessuto urbano è più denso, del teleriscaldamento. Il tutto mirando ad una forte ricaduta su settori, quello delle costruzioni e il manufatturiero collegato, strategici per la crescita economica del paese.

Per rendere efficaci le politiche di decarbonizzazione sarà necessario lavorare sul rafforzamento della collaborazione tra le Amministrazioni centrali competenti, il sistema industriale e le Università, al fine di sviluppare azioni congiunte che massimizzino gli impatti economici e permettano di raggiungere gli obiettivi nazionali climatici ed energetici in modo sostenibile.

In parallelo dobbiamo iniziare a chiedere a gran voce alle Amministrazioni competenti, il monitoraggio costante e puntuale, anche in termini di costo-efficacia, delle politiche “attuative” sulla decarbonizzazione per valutarne l’efficacia, gli impatti e individuarne gli eventuali limiti, anche al fine di promuovere azioni correttive ove necessario.”

La registrazione dell'interno evento è disponibile cliccando qui.
Le slide presentate durante la conferenza sono invece scaricabili qui.