LCA: Capire l'impatto delle nostre scelte
È più sostenibile asciugarsi le mani con la carta o utilizzare un asciugatore elettrico? Tra piatti e posate monouso compostabili o stoviglie lavabili in ceramica, quale opzione è davvero migliore per l’ambiente? Meglio consumare energia elettrica o generare un rifiuto? E come cambiano le risposte in contesti ad alta o bassa frequenza d’uso?
Domande come queste fanno parte della nostra quotidianità, ma non sempre hanno soluzioni ovvie. Le risposte, però, possono influenzare il nostro modo di agire, orientando piccole scelte che ci aiutano a vivere in modo più consapevole e sostenibile.
LA METODOLOGIA DELL'LCA
Per rispondere in modo scientifico a queste domande, entra in gioco la Life Cycle Assessment (LCA), una metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita. Dall’estrazione delle materie prime alla produzione e distribuzione, fino al fine vita, che comprende smaltimento o riciclo.
Nel caso dei servizi, l’LCA contabilizza l’impatto di tutto ciò che è necessario per erogarli, offrendo una visione completa e oggettiva degli impatti generati.
Grazie a una combinazione di competenze tecniche e scientifiche, l’LCA identifica quindi i punti critici lungo il ciclo di vita di un prodotto o servizio, indicando dove si generano gli impatti ambientali più rilevanti.
L’LCA non è solo uno strumento di analisi: è un supporto fondamentale per l'implementazione di interventi e politiche che conducano verso uno sviluppo sostenibile, non solo ambientale ma anche sociale ed economico se affiancato dalle altre due metodologie “sorelle” (Life Cycle Costing e social LCA).
IL POLIMI LCA NETWORK
Per valorizzare e diffondere l’uso della metodologia LCA, è nato il Polimi LCA Network, una rete interna al Politecnico di Milano che riunisce ricercatori e docenti impegnati nell’applicazione dell’LCA in molteplici ambiti disciplinari.
Presentato ufficialmente durante un evento dedicato il 13 novembre (i cui materiali presentati sono disponibili a questo link), il network è stato creato su iniziativa di AWARE, gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, e rappresenta un importante passo avanti per la comunità accademica dell’Ateneo. Per comprendere meglio il valore e gli obiettivi futuri di questa iniziativa, abbiamo parlato con la professoressa Lucia Rigamonti, responsabile di AWARE e promotrice dell’iniziativa.
Secondo la professoressa Rigamonti, gli obiettivi del Polimi LCA Network sono chiari e si articolano in cinque macro-aree: networking interno, ricerca, didattica, supporto all’Ateneo e responsabilità sociale. “A breve termine, il nostro focus è creare connessioni tra dottorandi, assegnisti e ricercatori dei diversi gruppi del Politecnico che lavorano sull’LCA. Questo faciliterà la condivisione di competenze e la collaborazione tra i dipartimenti. Ad esempio, richieste specifiche, come studi sull’energia, potranno essere indirizzate ai gruppi con maggiore esperienza in quel settore.”
Un altro obiettivo importante è rafforzare l’aspetto formativo. “A medio termine,” prosegue Rigamonti, “stiamo pensando a un corso di dottorato avanzato che integri quello esistente sulle basi dell’LCA. Inoltre, il network sarà fondamentale per offrire supporto all’Ateneo, ad esempio nelle valutazioni scientifiche per scelte operative, come l’uso di stoviglie riutilizzabili o bottiglie in vetro.”
Ma come integrare la sostenibilità economica e sociale nell’LCA? Come ci spiega la professoressa Rigamonti, la metodologia LCA è principalmente focalizzata sugli impatti ambientali, ma esistono due metodologie complementari: il Life Cycle Costing (LCC), che analizza gli aspetti economici, e il Social Life Cycle Assessment (S-LCA), che considera gli impatti sociali. “Integrare queste dimensioni è una questione aperta nella comunità scientifica. Ci chiediamo se sia opportuno combinarle e, se sì, come farlo senza rischiare di perdere informazioni cruciali. Ad esempio, combinare impatti ambientali e sociali potrebbe portare a compensazioni che nascondono criticità importanti.” Questo tema, particolarmente attuale, potrebbe trovare spazio proprio in un futuro corso avanzato di dottorato.
Il Polimi LCA Network apre opportunità anche per gli studenti. Grazie al networking interno, sarà possibile organizzare seminari interdisciplinari, favorendo l’integrazione dell’LCA nei corsi in cui non è attualmente trattato. “Immaginiamo tesi di laurea interdisciplinari e l’utilizzo di un database LCA condiviso per progetti e ricerche. Inoltre, prevediamo incontri mensili in cui dottorandi e assegnisti presenteranno le loro attività di ricerca, aperti agli studenti interessati. È un modo per ridurre la separazione tra didattica e ricerca, dando una visione concreta del lavoro svolto nei diversi gruppi.”
Un ruolo importante anche per il personale. Il network punta a coinvolgere non solo studenti e ricercatori, ma anche il personale tecnico-amministrativo del Politecnico. “Vorremmo che le scelte di sostenibilità dell’Ateneo fossero supportate da basi scientifiche, in modo da portare un valore aggiunto alla comunità universitaria” osserva Rigamonti. “È un obiettivo ambizioso, ma crediamo che la formazione del personale possa contribuire alla diffusione di una cultura scientifica più consapevole sulla sostenibilità.”
GRUPPI LCA NETWORK
Il nuovo network riunisce 14 gruppi di ricerca appartenenti a 7 Dipartimenti del Politecnico di Milano – DABC, DCMC, DESIGN, DEIB, DMCEC, DENG e DICA, riflettendo l'approccio multidisciplinare della metodologia LCA.
I gruppi coinvolti rappresentano un ampio spettro di competenze scientifiche e applicative, tutte accomunate dall’utilizzo consolidato dell’LCA, ma declinate nell’ottica delle rispettive discipline. Gli ambiti di lavoro spaziano dall’edilizia verde ai materiali e alle loro proprietà, fino al trattamento dei rifiuti e all’uso sostenibile dell’energia.