20.03.202411:30

Biogas: più sostenibili grazie alle microalghe?

Il progetto del Polo di Cremona in collaborazione con A2A e con il Polo delle Microalghe


Gli impianti a biogas sono in grado di sfruttare i residui organici dell’allevamento, dell’agricoltura e dell’industria alimentare per produrre energia elettrica o biometano rinnovabili. Il territorio del cremonese ospita numerosi impianti di questo tipo e proprio per questa specificità il Polo di Cremona del Politecnico di Milano collabora con A2A in questo ambito, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale della filiera del biogas e del biometano, in particolare sfruttando le potenzialità del digestato, un residuo generato dagli impianti a biogas.

In particolare, il progetto, sviluppato da A2A in collaborazione con il Polo delle Microalghe, un centro di competenza in cui collaborano Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda, Politecnico di Milano ed Università degli Studi di Milano-Bicocca, propone la coltivazione di microalghe per la produzione, a partire dal digestato, di biostimolanti per l’agricoltura, in un’ottica di economia circolare.

Le microalghe possono crescere sfruttando la luce solare, i nutrienti di cui è ricco il digestato e la CO2 nei flussi gassosi di scarto. Esse possono inoltre crescere utilizzando scarti dell’industria alimentare, sfruttandone l’energia chimica in aggiunta o in alternativa a quella solare. Questa flessibilità consente di ridurre la richiesta di superficie per la cattura della radiazione solare e di compensarne le variazioni stagionali.

Il progetto ha avuto lo scopo di valutare la fattibilità dell’idea progettuale, con prove alla scala laboratorio e poi pilota. I risultati hanno evidenziato l’adattabilità di ceppi appartenenti ai generi Chlorella e Scenedesmus alle condizioni di coltivazione previste dal progetto, producendo una biomassa di sufficiente purezza e di qualità compatibile con i vincoli imposti dalla Direttiva Europea sui Fertilizzanti. Il pretrattamento del digestato per separarne una fase liquida a bassa torbidità e la validazione di lungo periodo rappresentano le future fasi di questo progetto.

Grazie a questo progetto si è fatto un importante passo avanti per la promozione di una filiera sostenibile in agricoltura attraverso il recupero delle risorse, come sottolinea la prof.ssa Elena Ficara, che ha seguito sul campo il lavoro:

Lo sviluppo di bioraffinerie che, a partire dagli scarti, permettano di recuperare sia energia sia prodotti a più alto valore aggiunto, consentirà di migliorare le prestazioni ambientali ed economiche dell’agroindustria.

Agritech @polimi