15.05.2018  12:00

Un posto al MoMA, un TED da 1milione di view, un ufficio a Milano e uno a NY: Giorgia, Alumna, designer e imprenditrice

La storia di Giorgia Lupi, Alumna PhD in Information Design (2011), dal Poli a New York passando da un’azienda di information design e 30 dipendenti, un’opera nella collezione permanente del MoMA, un TED Talk da più di un milione di visualizzazioni e un nuovo approccio all’interpretazione dei dati che sta facendo il giro del mondo

Giorgia Lupi, Alumna PhD in Information Design (2011), fa la pendolare tra Milano e New York, dove ha da poco aperto una nuova sede commerciale di Accurat, l’azienda che ha fondato con 2 soci nel 2011. “Ci siamo conosciuti al Poli, abbiamo iniziato in 3, oggi siamo 4 soci e abbiamo 30 dipendenti, molti dei quali vengono proprio dal Politecnico di Milano”.

Accurat si occupa di information design per clienti di settori diversi, dalla finanza all’healthcare, da fondazioni a aziende tecnologiche come Google e IBM. Giorgia affianca il proprio lavoro di dirigente e design director in azienda con una ricerca artistica e grafica individuale, sviluppando progetti indipendenti come “Dear Data”, oggi esposto nella collezione permanente del MoMA di New York. 

“Il rapporto con i clienti e la necessità di misurarmi con soggetti rilevanti come le Nazioni Unite, l’OMS o grandi gruppi bancari come Unicredit mi aiutano a mantenere uno sguardo attento ai bisogni del mercato e al modo in cui i dati vengono usati nel mondo reale”, ci spiega, “ma, mano a mano che l’azienda cresceva e il mio lavoro diventava sempre più dirigenziale e meno legato alla pratica del design, ho iniziato a sentire la necessità di ritagliarmi degli spazi di sperimentazione artistica personale, di prendere in mano la matita per disegnare”. Nascono così “Dear Data” e il più recente “Bruises”: “sono sperimentazioni artistiche con linguaggi visivi che magari sono estremi, densi e richiedono tempo per essere letti, e che non rispondono a esigenze mercato. Nel lavoro su commissione, difficilmente si può sperimentare liberamente. La ricerca di questo tipo però è utile a me e all’azienda, perché mi permette di mantenere una visione ad ampio respiro e con il tempo matura in riflessioni che influenzano il mio lavoro professionale”. Una di queste riflessioni ha dato vita a quello che Lupi chiama “Data Humanism”, un approccio al design dell’informazione che si sforza di mantenere il focus su quello che i dati raccontano dell’esperienza umana. Lupi ne ha parlato nel 2017, proprio a proposito di “Dear Data”, in un TED Talk che ha avuto più di un milione di visualizzazioni.

Il design serve a inquadrare problemi e opportunità e a rendere accessibili e comprensibili fenomeni complessi. Anche nella mia veste di manager ragiono come una designer. Ma non è stato sempre così…

Come dirigente d’azienda, una delle difficoltà principali di Giorgia e dei suoi soci è quella di bilanciare la crescita di Accurat con le risorse e le persone a disposizione: “Ci sono momenti in cui una azienda in crescita ha bisogno di prendere più lavori di quanti sarebbe ideale, per investire sul futuro e aprirsi alla possibilità di assumere nuove persone che portino nuove energie e competenze nell’organico. È stato ad esempio il caso con l’apertura dell’ufficio commerciale a New York (la produzione è tutta in Italia), che ha moltiplicato le nostre opportunità e ci ha messo di fronte a nuove sfide. Oggi, la maggior parte del nostro fatturato è internazionale, ma ci abbiamo messo diversi mesi a ingranare. Una delle sfide più rilevanti è stata quella culturale: in Accurat siamo tutti italiani, i nostri clienti provengono da tutto il mondo e hanno abitudini e modi di comunicare diversi dai nostri. Lavorare in contesti internazionali significa adattarsi a dinamiche professionali alle quali non siamo abituati”.

Giorgia e soci hanno fondato Accurat durante il dottorato al Politecnico di Milano, nel 2011, quando l’information design era ancora una disciplina giovanissima. Pionieri del campo, i riconoscimenti di settore li hanno ricevuti un po’ tutti, ne citiamo alcuni: medaglia d’oro al Kantar Information Is Beautiful Awards, primo premio per Data Journalism al O’Reilly Strata Data Innovation Award, menzione d’onore al Core77 Design Awards a New York, medaglia di bronzo al Malofiej Infographics Awards. “A slice of corruption”, realizzato per Fiorucci in collaborazione con McCann, nel 2013 ha vinto a Cannes nella categoria Direct Marketing. In collaborazione con una giornalista del New Yorker, recentemente hanno vinto un “Magic Grant” del Brown Institute, istituto congiunto tra le università di Columbia e Stanford che finanzia progetti innovativi nel mondo del giornalismo.

“Penso che il design serva ad inquadrare problemi e opportunità e che permetta di rendere accessibili e comprensibili fenomeni complessi. Anche nella mia veste di manager mi sento molto una designer e ragiono come una designer. Ma non è stato sempre così: all’inizio del dottorato ho attraversato un periodo di grande difficoltà, mi sembrava di non capire niente, percepivo una voragine tra quello che credevo di sapere e quello che mi veniva richiesto. Un grande aiuto l’ho ricevuto dal prof. Paolo Ciuccarelli, con il quale poi mi sono dottorata. Lavorare con lui e con gli altri dottorandi mi ha aperto un mondo: è stato lì che ho fatto la prima esperienza reale nel mondo del data visualization, che poi ha influenzato tutto il mio cammino e ha portato alla nascita di Accurat. Per questo, ai giovani consiglio di guardare fuori dalle proprie aree di comfort. Mentre facevo la facoltà di architettura non pensavo che avrei seguito la strada professionale che poi ho seguito. Trasferirmi a Milano, fare il dottorato in design e incontrare tante persone inaspettate mi ha permesso di capire che potevo usare le mie competenze per creare un percorso nuovo. Mettetevi alla prova, costruitevi un portfolio di progetti personali che riflettano quello che volete fare, che vi piace fare, progetti che non siano condizionati da nessuno. Non abbiate paura di mettervi a fare quello che vi piace anche laddove non c’è un cliente che ve lo chiede". Dear Data è nato così, e oggi è al MoMA

consiglio ai giovani

Mettetevi alla prova, costruitevi un portfolio di progetti personali che riflettano quello che volete fare, progetti che non siano condizionati da nessuno. Non abbiate paura di mettervi a fare quello che vi piace anche laddove non c’è un cliente che ve lo chiede. Dear Data è nato così, e oggi è al MoMA

Carta d'identità

  • Giorgia Lupi
  • Alumna PhD in Information Design 2011
  • Designer
  • Co-Founder e Creative director in Accurat

Image Credit (Cover): Daniel Cochran