PhD Stories - Viviana Mangraviti

Un nuovo modello matematico per la stima dei cedimenti dei rilevati ferroviari e autostradali

 

Oggi vi presentiamo Viviana Mangraviti, 29 anni, di Messina, attualmente iscritta al dottorato di ricerca in Ingegneria strutturale, sismica e geotecnica del Politecnico di Milano.

Ciao Viviana. Raccontaci qualcosa della tua ricerca di dottorato.

Per ridurre al minimo la pendenza longitudinale sia delle linee ferroviarie che delle autostrade, è pratica comune costruire piccole colline artificiali in terra chiamate rilevati. Per evitare tragici fenomeni, come i deragliamenti ferroviari, è fondamentale valutare preventivamente i cedimenti in cima ai rilevati in terra. Al fine di ridurre i cedimenti in cima ai rilevati, vengono spesso realizzati dei pali di fondazione e, a volte, anche strati di geosintetici vengono messi tra il rilevato e i pali di fondazione.  La “geo-struttura”, composta dal rilevato, dai pali, dal terreno di fondazione e dai geosintetici, è l’oggetto della mia ricerca di dottorato. Sto studiando un nuovo modello matematico per la stima dei cedimenti in cima ai rilevati in una fase di progettazione preliminare.

Cosa c'è di così innovativo nella tua ricerca?

Attualmente, purtroppo, le normative vigenti non includono il calcolo dei cedimenti di queste opere come una fase della progettazione, poiché sono principalmente basate su metodi all’equilibrio limite. Avere un modello matematico in grado di prevedere i cedimenti in cima ai rilevati, offrirà un nuovo strumento, molto efficace e veloce, utile in un’ottica di progettazione agli spostamenti.


Avere un modello matematico in grado di prevedere i cedimenti in cima ai rilevati, offrirà un nuovo strumento, molto efficace e veloce, utile in un’ottica di progettazione agli spostamenti.


Di dove sei originaria?

Prima di trasferirmi a Milano per il dottorato, vivevo nella città dove sono nata, Messina, che è una città che si estende tra le colline e il mare, sulla costa nord-orientale della Sicilia. Messina mi ha dato molto: ho conseguito la laurea magistrale in ingegneria civile presso l'Università degli Studi di Messina. Lì mi sono anche diplomata in flauto, al Conservatorio di Musica “Arcangelo Corelli”.

Cos’è successo dopo?

In realtà, sia durante che dopo il mio percorso di formazione a Messina, ho avuto modo di ampliare i miei orizzonti lavorando, per brevi periodi, in diverse realtà universitarie. Tra la laurea triennale e quella magistrale ho frequentato anche un corso per tecnico di laboratorio in ambito geotecnico presso il Centro C.E.R.I.S.I., durante il quale ho svolto uno stage presso l'Università Federico II di Napoli e anche al Politecnico di Torino. Subito dopo la laurea magistrale, ho fatto anche un'esperienza Erasmus+ presso l'Università di Brighton, nel Regno Unito.

Viviana Mangraviti in piedi
Viviana Mangraviti alla scrivania
Viviana Mangraviti: primo piano
Viviana Mangraviti scrive

Perché hai scelto di proseguire la carriera accademica?

Mi è sempre piaciuto approfondire le mie conoscenze: per questo ho deciso di continuare a studiare dopo la laurea magistrale. Dopo una formazione così eclettica, mi sono trasferita a Milano per continuare i miei studi in Geotecnica. Ed eccomi qui!

Perché proprio al Politecnico di Milano?

Ho avuto un'esperienza davvero straordinaria a Messina dove ho lavorato con dei professori fantastici, che mi hanno fatto amare la ricerca. Tuttavia, sono convinta che cambiare ambiente aiuti a crescere, sotto diversi punti di vista. Quindi, quando ho avuto la possibilità di fare il dottorato al Politecnico di Milano, ho pensato che fosse una grande opportunità, essendo una delle migliori università in Italia e molto ben collegata alla rete delle università straniere

Cosa ti piace della vita da dottoranda?

Quando sei dottoranda, in realtà il tuo lavoro è apprendere. Ecco perché mi piace. Imparare cose nuove ed essere creativa è qualcosa che ritengo essere molto importante. Penso che noi, come studenti di dottorato, siamo molto fortunati a poter passare il nostro tempo approfondendo i nostri studi.


Penso che noi, come studenti di dottorato, siamo molto fortunati a poter passare il nostro tempo approfondendo i nostri studi.


Quali sono le tue passioni oltre lo studio?

Oltre ad essere un'ingegnera, sono anche una musicista. Dopo aver concluso il mio percorso di formazione musicale in flauto traverso al conservatorio, ho cominciato anche a dedicarmi al pianoforte, e soprattutto a cantare in coro. Ho cantato in diversi ensemble sia in Italia che in Europa. E ora sono anche direttrice di un coro in Sicilia.

Cosa ti piace di Milano?

Di Milano mi piace la diversità e la dinamicità che si respira. Il mio luogo preferito è il Castello Sforzesco. Amo la sensazione di trovarmi all'interno di un luogo così vasto e antico, pensando a quanta storia ci sia dentro.