08.09.2022 11:00

Life as a Buddy – Martina Guarnaccia

La nostra studentessa di Ingegneria Gestionale ci racconta la sua esperienza come Buddy


Molti dei nostri studenti stranieri probabilmente ne hanno già incontrato uno, ma non tutti conoscono la figura del Buddy al Politecnico.

Che cosa fa un Buddy? È uno studente già iscritto nella nostra università, che viene abbinato a uno studente straniero per assisterlo fin dalla fase precedente al suo arrivo in Italia e per i primi mesi di permanenza. Sono i mesi più difficili per chi arriva da lontano: bisogna familiarizzare non solo con un nuovo contesto accademico, ma anche con una cultura e tradizioni spesso molto distanti da quelle di origine.

Per farvi conoscere l’esperienza Buddy più da vicino, abbiamo incontrato una studentessa che ha fatto quest’esperienza lo scorso anno, e che ha voluto raccontarcela. Lei si chiama Martina Guarnaccia, è studentessa al terzo anno di ingegneria gestionale e tra poco si laureerà.

Ciao Martina! Come hai scoperto il servizio Buddy?

Grazie a una mail che è arrivata a tutti gli studenti, in cui veniva raccontato in cosa consistesse questo progetto. Da subito sono rimasta incuriosita.

Che cosa ti ha spinto a candidarti per essere una Buddy?

Volevo buttarmi in una nuova esperienza. Mi è sembrata un’idea interessante perché mi avrebbe permesso anche di fare pratica con l’inglese. E soprattutto mi avrebbe permesso di entrare in contatto con nuove persone e culture.

Ed è stato in effetti così?

Assolutamente sì. Anzi, le mie aspettative sono state addirittura superate. Figurati che le mie amiche mi hanno molto invidiato perché avrebbero voluto aver risposto alla candidatura anche loro.

Parlaci un po’ dello studente cui hai fatto da Buddy

Lui si chiama Mateusz, è polacco, studia design ed era qui in Erasmus.

Abbiamo iniziato a conoscerci qualche tempo prima che venisse in Italia. A metà febbraio ci siamo scambiati i contatti, poi lui è arrivato ai primi di marzo, per ripartire a fine giugno.

Cosa fa concretamente un Buddy?

Aiuta i nuovi studenti internazionali a capire come funziona il Politecnico e a orientarsi nei primi tempi. Il mondo universitario è ostico per qualsiasi matricola, ancor più per una persona che viene dall’estero e si trova per la prima volta immerso nella cultura italiana.

Il mio primo compito è stato quello di fare da guida, cercando di aiutare Mateusz a districarsi tra aule, laboratori, lezioni ed esami. Quando aveva un dubbio nel trovare qualcosa mi scriveva su whatsapp per un aiuto. Anche quando aveva a che fare con qualcuno che gli parlava troppo velocemente, mi è capitato che lo registrasse e mi mandasse un vocale per aiutarlo a capire il discorso.

E il tempo libero?

Oltre al lato accademico, c’è ovviamente quello della vita sociale. Gli ho presentato i miei amici, ci siamo visti diverse volte dopo le lezioni per pranzi e aperitivi, per fargli conoscere com’è la vita a Milano fuori dalle aule universitarie.

L’ho portato in giro per fargli conoscere Milano. È venuto a trovarmi anche a Monza, l’ho portato al parco della Reggia. È rimasto rapito dagli scoiattoli che gironzolavano nonostante facesse freddissimo.

L’ufficio Buddy periodicamente ci inviava anche proposte per attività divertenti di gruppo, da fare assieme agli altri studenti e agli altri Buddy.

Martina Guarnaccia
Mateusz con la famiglia di Martina Guarnaccia
Martina Guarnaccia
Mateusz con la famiglia di Martina Guarnaccia
Martina Guarnaccia

Quindi si è creato un bel rapporto con Mateusz?

Siamo diventati subito amici e continuiamo a sentirci anche ora che è tornato in Polonia.

A Pasqua lui è venuto a pranzo a casa mia, dove ha conosciuto la mia famiglia. I miei genitori sono sempre stati aperti a nuove persone e culture. Lui è stato carinissimo, si è presentato con le rose per mia madre e il vino per mio padre.

C’era anche mia nonna, che era salita dalla Sicilia e non parla l’inglese. Io cercavo di fare da tramite linguistico, ma quasi non ce n’è stato bisogno. Lei gli faceva indovinelli in siciliano e lui cercava di ripeterli, divertito. E inoltre ha dato tante soddisfazioni culinarie alla mia famiglia: la cucina siciliana gli è piaciuta veramente tanto!

È diventato proprio un bel rapporto che continuerà, anche solo per farci un saluto e sapere come stiamo. Questo mese ci rivedremo, a Milano, a Varsavia, a Londra? Chi lo sa!

Raccontaci qualche cosa curiosa che vi è successa

Ad un certo punto lui è dovuto rientrare a Varsavia. Quando è tornato a Milano, doveva traslocare in una nuova zona. Sono andata a prenderlo in aeroporto e me lo sono ritrovato in mezzo a un mucchio di scatoloni enormi che non entravano nella mia Panda. Non sapevamo proprio come caricare tutti quei vestiti, e abbiamo passato il viaggio a ridere stipati tra pacchi e oggetti che volavano da una parte all’altra durante il viaggio.

Questa esperienza ti ha arricchita?

Dopo la conclusione di questo mio periodo da Buddy, posso dirmi soddisfattissima. Non mi aspettavo di trovare una persona che volesse anche coltivare l’amicizia, oltre che avere necessità di un aiuto pratico. Dipende anche dall’atteggiamento reciproco delle persone: noi due siamo stati fortunati.

È un progetto che porta benefici ad entrambe le parti. “Tu mi aiuti in inglese e io ti aiuto in italiano”, ci eravamo detti. Esercitare l’inglese quotidianamente aiuta tantissimo nel padroneggiare la lingua. Lui ha persino imparato qualcosa di italiano.

Consiglieresti ad altri studenti politecnici di partecipare a questo progetto?

Come avrete capito, certamente sì.

Le mie amiche, dopo aver conosciuto Mateusz e aver visto che bel legame si era creato, si sono interessate tantissimo a questo progetto. Anche i miei ormai mi chiedono sempre sue notizie.


Volevo buttarmi in una nuova esperienza che mi permettesse anche di fare pratica con l’inglese ed entrare in contatto con nuove persone e culture. Le mie aspettative sono state addirittura superate.


Mateusz è ormai rientrato a Varsavia, ma ci ha voluto lasciare un ricordo della sua esperienza…

Ho saputo del servizio Buddy dai miei amici che erano stati in Erasmus negli anni precedenti ed è stato sicuramente un servizio molto utile.

Martina si è rivelata molto disponibile. Non pensavo così tanto. Mi ha anche aiutato a traslocare i bagagli dal mio primo appartamento ed è venuta a prenderci all'aeroporto quando mia madre è venuta a trovarmi. Inoltre, tramite lei ho conosciuto tanti studenti della nostra università. È completamente diverso quando arrivi come turista e non conosci nessuno, da quando conosci qualcuno del posto.

Sicuramente è nata una grande amicizia. Sto aspettando che Martina venga a trovarmi a Londra o Varsavia!

Una buona accoglienza può davvero essere determinante per uno studente che viene dall’estero. Se hai voglia di dare una mano anche tu, puoi candidarti per diventare Buddy, il compagno o la compagna che sarà il suo punto di riferimento prima dell’arrivo e durante il primo periodo di ambientamento.

Il prossimo bando scade il 12 settembre: trovi tutte le informazioni sulla pagina dedicata.