Atleti Polimi - Beatrice Foresti

Intervista alla campionessa di marcia, studentessa di Design della Comunicazione al Politecnico di Milano

Abbiamo incontrato Beatrice Foresti, bergamasca, 23 anni tra pochi giorni e marciatrice a livello nazionale da diversi anni. La passione per il disegno e la voglia di sperimentare la caratterizzano da sempre: per questo, dopo il liceo linguistico ha scelto il Politecnico di Milano, dove è iscritta alla laurea magistrale in Design della Comunicazione. I suoi interessi si concentrano principalmente nel campo dell’illustrazione, della progettazione grafica e della programmazione.

Ciao Beatrice. Raccontaci come è nata la tua passione per la marcia.

Mi sono avvicinata all’atletica all’età di dieci anni, seguendo le orme di mio fratello maggiore. Fin dai primi momenti in cui l’ho visto in pista, sono rimasta colpita dalla particolarità ed eleganza di quel gesto atletico, così ho subito voluto provare quella specialità tecnica e di resistenza. Poi non ho più smesso.

È facile fare marcia in Italia?

Mi sento fortunata perché nella bergamasca la marcia è sempre stata una specialità di rilievo. Anche a livello italiano, la nostra scuola di marcia è tra le più prestigiose. Pensa che quest’anno due degli ori olimpici di Tokyo vengono dalla marcia

Quale delle gare che hai affrontato ti ha emozionato di più?

Penso al recente campionato europeo di marcia a squadre di Podebrady, in Repubblica Ceca, a maggio 2021. In quell’occasione ho partecipato alla 35 km femminile, concludendo la gara con un record personale e un bel piazzamento individuale, nonché l’oro a squadre.

Il mio inizio stagione non era stato dei migliori infatti la convocazione agli Europei è arrivata solamente all’ultimo, per cui già poter partecipare è stata una grande soddisfazione. Eppure non è solamente il bel risultato che mi ha emozionato, ma la gara in sé.  Nel corso di quelle tre ore ho avuto un crescendo di adrenalina e gioia, grazie anche al tifo della squadra e agli incitamenti delle mie compagne in gara, che mi hanno permesso di superare la fatica e concludere al meglio.

Quale pensi sia stato il tuo successo sportivo più grande?

A livello personale considero il mio successo sportivo più grande la mia seconda 50 km ai campionati europei a squadre di Alytus 2019. Era la mia prima gara in nazionale ed ero allo stesso tempo felicissima e spaventata. È stata una gara veramente lunga, ma tagliare il traguardo sorridendo, dopo più di quattro ore, con tanto di personale, in una specialità conquistata a fatica per le donne, è stato un primo passo nel mondo dell’atletica “dei grandi” (io ero ancora ventenne), che per me è un successo.  

Che cosa rappresenta per te lo sport? Pensi che ti abbia insegnato qualcosa anche in altri ambiti della tua vita?

Lo sport – e più nello specifico l’atletica – per me sono impegno e passione: concetti che ritrovo anche in altri ambiti della vita, come lo studio e le relazioni. La passione include il divertimento, l’emozione e la gioia che solo lo sport può dare. Allo stesso tempo l’impegno deve essere volontario e non un peso. Penso che senza uno non ci potrebbe essere l’altro.

In alcuni momenti la marcia riesce a darmi soddisfazioni ed emozioni che valgono molto più della fatica provata durante le gare e gli allenamenti. Il confronto e la condivisione con gli altri, così come nelle relazioni, sono fondamentali. Non è sempre facile ma lo sport mi insegna che la pazienza, l’organizzazione e la dedizione ripagano, come nella vita, soltanto se supportati da una passione vera per quello che si fa.

Perché hai scelto di studiare Design della Comunicazione? Perché proprio al Politecnico di Milano?

Sono sempre stata appassionata di creatività, se così si può dire. Fin da bambina adoravo disegnare, inventare storie, fare lavoretti. Dopo il liceo linguistico ho deciso di seguire la mia passione, scoprendo un po’ per caso la facoltà di Design della Comunicazione, e ne sono rimasta subito affascinata. Il Politecnico di Milano, per me, è il luogo più adatto per questo percorso, grazie alla professionalità, alla ricca offerta formativa e agli stimoli locali e internazionali che offre.

Come riesci a conciliare sport e studio?

Con un po’ di organizzazione. Ho scelto di studiare a Milano da pendolare, per potermi allenare a Bergamo e provincia, dove abito e dove si trova la mia squadra. Non è sempre facile, ci sono periodi più tosti di altri per via degli allenamenti lunghi – è normale in una specialità di resistenza come la mia – e dei progetti corposi. Eppure, grazie agli orari flessibili degli allenamenti e alla gestione personale dei progetti, sono sempre riuscita a conciliare sport e studio cercando di gestire il mio tempo in modo efficace, concedendomi ovviamente anche momenti di riposo e di svago.

Il programma Dual Career ti aiuta in questo?

In effetti per me è fondamentale per riuscire a partecipare ai raduni nazionali in preparazione delle gare più importanti. È un ottimo aiuto per gestire le lezioni a frequenza obbligatoria durante i ritiri, senza rimanere indietro o penalizzata con i progetti e i laboratori. Inoltre, offre un supporto anche per la gestione degli esami in periodi di competizione; ma nel mio caso non ne ho mai avuto bisogno.

Ti ritieni soddisfatta di aver scelto il Poli?

Direi proprio di sì: mi sento supportata e formata in maniera ottima.

Che consiglio daresti ad un atleta che non sa se iscriversi o meno all’università?

Non abbiate paura e continuate a formarvi in entrambi gli ambiti. Penso che dare pari importanza allo studio come allo sport sia più che lecito ed uno non esclude l’altro. È importantissimo accrescere il proprio bagaglio di cultura, anche in vista di un futuro in un ambito diverso da quello sportivo. Per questo credo che le università debbano offrire sempre più supporto ai loro studenti sportivi, per permettere loro di coltivare anche quella passione.

Quali sono le tue passioni oltre allo sport e allo studio? Riesci a trovare tempo anche per la tua vita privata?

Dopo 13 anni, gran parte della mia vita privata, come si può immaginare, ruota intorno allo sport, soprattutto nelle amicizie. Eppure riesco a trovare il tempo anche per ciò che non è legato a sport e studio.

Mi piace molto esplorare e andare in montagna nei pochi weekend liberi da allenamenti e gare. Un’altra mia grande passione è la cucina. Mi rilassa molto mettermi ai fornelli, e adoro sperimentare nuove ricette anche se chi mi conosce sa che ogni tanto sono una cuoca pasticciona.  

Come Milano rispetto alla tua Albano Sant’Alessandro? Cosa ti piace di questa citta?

Milano è un ambiente completamente diverso rispetto al paese in cui vivo, in provincia di Bergamo. È molto più caotica, ma il suo movimento continuo e la sua grandezza mi attirano. Qui posso scoprire posti e realtà che in un piccolo paese spesso non riescono ad emergere.

Quali sono i tuoi obiettivi e sogni, sportivi e non, per il futuro?

Grazie ai corsi e laboratori che sto frequentando, ho la possibilità di scoprire tante strade per il mio futuro che non mi sarei mai aspettata. Mi immagino un futuro nel Design della Comunicazione, ma non so ancora di preciso in che ambito. Tra i settori che più mi piacciono, c’è sicuramente quello dell’illustrazione.

Dal punto di vista sportivo, vedo il mio futuro ancora molto aperto, e mi piace viverlo come un sogno. Ogni anno cerco di pormi dei piccoli obiettivi personali, per seguire la mia passione e alzare sempre più l’asticella. Sempre conciliando l’altra parte della mia vita.

Per conoscere il programma Dual Career, che aiuta i nostri studenti che praticano sport ad altissimi livelli a portare avanti con serenità e profitto sia l'attività sportiva, sia quella didattica, visita il sito Polimi Sport.