13.04.2022 18:00

Atleti Polimi - Alessandro Riva

Intervista all'atleta di trail running e skyrunning, studente di Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano

Nuovo appuntamento con gli atleti Polimi. Questa volta abbiamo incontrato Alessandro Riva, 22 anni, studente di laurea magistrale in Ingegneria Aeronautica e atleta di trail running e skyrunning. È nato a Bergamo e vive a Galbiate, in provincia di Lecco.

Il trail running è una specialità di corsa a piedi che si svolge in ambiente naturale, mentre l’ambiente dello skyrunning è specificamente quello dell’alta montagna.

Sono tanti i successi raggiunti da Alessandro nello scorso anno. Per la corsa in montagna, si è piazzato terzo nella categoria promesse al Campionato Italiano Corsa in Montagna Lunghe Distanze e 5° assoluto alla Half Valtellina Wine Trail. Per quanto riguarda lo skyrunning, è 10° assoluto e 4° categoria U23 al Campionato Italiano Vertical <1000 m e 11° assoluto, 4° categoria U23 al Positano-Agerola Vertical.

Conosciamolo meglio.

Ciao Alessandro, come e quando è nata la tua passione per la montagna e il trail running?

La mia passione per la montagna è nata quando ero molto piccolo. I miei genitori mi hanno sempre portato a fare escursionismo in estate e a ciaspolare in inverno, permettendomi di passare molti weekend nella natura e scoprendo posti magnifici in giro per la Lombardia e non solo.

L’approdo al trail running, però, non è strettamente collegato al periodo delle passeggiate durante l’infanzia. Durante gli anni del liceo ho praticato ciclismo agonistico, disciplina che mi ha portato ad allontanarmi dalle montagne, essendo impegnato quasi tutto l’anno tra allenamenti e gare sulle due ruote. Tuttavia, all’inizio dell’ultimo anno delle scuole superiori, quando ho dovuto abbandonare le corse in bicicletta, mi sono trovato davanti al dubbio su cosa fare: ho sempre praticato sport (prima del ciclismo anche calcio e nuoto) e ho sempre amato competere, ma il quel momento non avevo obiettivi.

A quel punto cos’hai deciso di fare?

Nel mio paese ogni anno vengono organizzate tre gare di corsa in montagna e quasi per gioco mi sono iscritto alla Monte Barro Running dell’aprile 2018. Mi sono presentato al via con poco, se non nessun allenamento specifico, e senza esperienza in quel genere di competizioni. Ma il risultato finale è stato al di sopra delle aspettative.

Così, incoraggiato da alcuni amici dei miei genitori, mi sono iscritto ad altre due gare: l’amore per il trail running era sbocciato. A quel punto è entrato in gioco il Poli: volevo partecipare alla PolimiRun Winter 2018 competitiva sui sentieri vicino a casa, ma scoprii che per correrla era necessario essere tesserati alla FIDAL. È stato così che mi sono informato meglio sul mondo delle corse, per poi approdare alla mia attuale società, il G.S.A. Cometa, per cui corro dal 2019, anno in cui ho iniziato a correre seriamente. Da quel momento risultati e passione sono cresciuti di pari passo, permettendomi di entrare a far parte della Squadra Nazionale di Skyrunning e di essere appoggiato da sponsor tecnici di rilievo.

A quali atleti ti ispiri?

Come per chiunque corra sui sentieri, il mio idolo indiscusso e Kilian Jornet Burgada; tuttavia, ammiro diversi atleti anche provenienti da altri sport. Sono da sempre un grande tifoso di Vincenzo Nibali e trovo ispirazione nelle storie e imprese dei grandi alpinisti sia del passato, come Walter Bonatti, che dei giorni nostri, come Hervé Barmasse e Nirmal Purja. In ogni caso trovo una grandissima motivazione nel leggere e guardare le conquiste di tutti i grandi dello sport, da Eliud Kipchoge a Tommy Caldwell, passando per Filippo Ganna e molti altri.

Infine, negli ultimi due anni, grazie agli sponsor che mi sostengono, ho avuto la fortuna di conoscere di persona Franco Collè e Federico Pellegrino: ascoltare i loro consigli è qualcosa di impagabile.

Quale delle gare che hai affrontato ti ha emozionato di più?

A livello di emozioni pure, la Esino Skyrace dello scorso maggio è stata una cosa pazzesca. Arrivavo da un mese difficile in cui avevo avuto delle crisi tremende in due gare a cui tenevo, ma sui sentieri della Grigna finalmente avevo ritrovato delle buone sensazioni, e all’arrivo sono scoppiato in un pianto liberatorio.

Oppure la Half Valtellina Wine Trail dello scorso novembre, che reputo una delle mie migliori prestazioni fino ad ora: essere lì a giocarmi il podio con atleti che fino a poco tempo fa guardavo da lontano è stato impagabile.

Quale pensi sia stato il tuo successo sportivo più grande?

Sinceramente non saprei rispondere. Non mi accontento mai, e anche dopo le gare andate bene ripenso a cosa avrei potuto fare meglio. Mi piace puntare sempre un pochino più in alto e migliorare giorno dopo giorno. Per cui, per quanto possa sembrare un luogo comune, direi che il mio successo più grande debba ancora arrivare.

Che cosa rappresenta per te lo sport? Pensi che ti abbia insegnato qualcosa anche in altri ambiti della vita?

Lo sport è da sempre la mia più grande passione, e una valvola di sfogo fondamentale per superare tutti gli ostacoli che si possono incontrare. Praticare discipline di endurance mi ha insegnato ad adattarmi e a sopportare situazioni non sempre piacevoli che, però, ho sempre cercato di affrontare con determinazione. Fare fatica mi piace, e penso che in futuro ciò mi permetterà di togliermi soddisfazioni in molti ambiti anche non legati allo sport.

Perché hai scelto di studiare Ingegneria Aeronautica? Perché proprio al Politecnico di Milano?

La scelta del mio percorso di studi è stata istintiva, durante il quarto anno di Liceo. Insieme alla mia classe ho visitato alcuni laboratori del Politecnico, tra cui la galleria del vento. In quel periodo correvo ancora in bicicletta, e la vista della parete con gli autografi degli atleti passati da lì per i test aerodinamici mi ha colpito al punto di decidere di immatricolarmi in Ingegneria Aerospaziale per la triennale e, di conseguenza, Aeronautica durante la magistrale.

Alessandro Riva durante un allenamento
Alessandro Riva al Centro Sportivo Giuriati
Alessandro Riva durante una gara
Alessandro Riva al Centro Sportivo Giuriati
Alessandro Riva durante una gara
Alessandro Riva al Centro Sportivo Giuriati
Alessandro Riva durante una gara
Alessandro Riva al Centro Sportivo Giuriati
Alessandro Riva durante una gara
Alessandro Riva durante un allenamento

Come riesci a conciliare sport e studio?

Sono dell’idea che, se si vuole fare davvero una cosa, si può sempre trovare il tempo per farla. Certamente non è facile gestire tutti gli impegni, ma se si è disposti a fare fatica tutto è possibile.

Dalla mia parte ho una buona attitudine ad adattarmi ad orari e impegni, che mi porto dagli anni del liceo: i miei genitori mi hanno sempre lasciato praticare tutto lo sport che volessi a patto di ottenere buoni risultati nello studio. Quando correvo in bici le sveglie all’alba per studiare erano quasi la normalità, in quanto gli allenamenti mi portavano via gran parte del tempo al pomeriggio.

Ora, con l’università, le cose sono forse più semplici da questo punto di vista. La gestione dei tempi è molto più libera, e personalmente non sono mai stato in grado di passare le giornate interamente sui libri: praticare sport mi permette di staccare e sfogarmi tra una sessione di studio e l’altra.

In che modo il programma Dual Career ti aiuta in questo?

Sono entrato a far parte del programma da poco tempo e non ho ancora avuto modo di sfruttarne a pieno i vantaggi. Penso che in futuro, se dovessi avere problemi di orari o date per lezioni ed esami, il programma potrà permettermi di non dover rinunciare a praticare il mio sport e di non compromettere i miei risultati accademici.

Sei soddisfatto di aver scelto il Politecnico di Milano?

Domanda tosta. Per quanto mi sia laureato nel minor tempo possibile e ora stia proseguendo con il corso di laurea magistrale, non nascondo che in tanti momenti mi sono chiesto “chi me lo abbia fatto fare”. Sicuramente le restrizioni dovute alla pandemia non sono state d’aiuto per quanto riguarda eventuali attività di laboratorio; probabilmente mi aspettavo un approccio diverso alle materie trattate. Tuttavia, sono convinto che in futuro gli sforzi fatti in questi anni pagheranno e mi permetteranno di vivere esperienze, lavorative e non solo, uniche, permettendomi di togliermi molte soddisfazioni.

Che consiglio daresti ad un atleta che non sa se iscriversi o meno all’università?

Per avere più porte aperte possibili nel futuro lo studio è fondamentale. Mi è sempre stato detto che un buon atleta è in grado di organizzarsi e fare tutto bene, per cui penso che se si ha a cuore sia lo sport che lo studio si possa riuscire a ottenere ottimi risultati in entrambe le cose. In ogni caso è fondamentale porsi sempre degli obiettivi sia in università che nello sport e focalizzarsi su di essi per non perdere la concentrazione. Il mio motto è #stepbystep : poco per volta si può ottenere tutto!

Riesci a trovare tempo anche per la tua vita privata? Quali sono le tue passioni oltre allo sport e allo studio?

Da sempre cerco di conciliare tutti i miei impegni rinunciando al meno possibile. Facendo dei sacrifici, però, sono sempre riuscito a trovare tempo per gli amici e per la mia ragazza.

Inoltre, sono volontario di Croce Rossa Italiana presso il comitato di Valmadrera, dove svolgo sia attività di soccorso 118 che servizi socio sanitari, oltre che occuparmi del magazzino e della gestione dei materiali. Da quasi dieci anni, infine, sono anche un volontario della sala cinematografica del mio paese con il ruolo di proiezionista.

Cosa ti piace di Milano?

Da amante della montagna e della natura, senza dubbio Milano non è il mio habitat. Non sono fatto per vivere in città, ma senza dubbio studiare a Milano ha anche vantaggi innegabili. Entrare in contatto con studenti e professori provenienti da tutto il mondo e vivere in una realtà dinamica è un’occasione di crescita unica. In ogni caso, quando è possibile preferisco sempre tornare ai piedi del mio amato Barro!

Quali sono i tuoi obiettivi e sogni, sportivi e non, per il futuro?

Sinceramente, non ho ben chiaro cosa aspettarmi dal futuro. Sportivamente, voglio continuare sicuramente a crescere e, chissà, un giorno competere con i grandi di questo sport. D’altro canto, sono consapevole che lo sport, agonisticamente parlando, non sarà mai la mia professione: per questa ragione la mia speranza è che terminati gli studi possa trovare un’occupazione che mi permetta di lavorare comunque in questo mondo. Il mio sogno è poter raccogliere i frutti dell’impegno profuso nello studio in questi anni in ambiti legati allo sport, meglio se in montagna.

Per conoscere il programma Dual Career, che aiuta i nostri studenti che praticano sport ad altissimi livelli a portare avanti con serenità e profitto sia l'attività sportiva, sia quella didattica, visita il sito Polimi Sport.

Credits fotografici

1: KARPOS. 3: Fabio Fusco Positano. 5: Piccoli. 7: Ferrari Foto. 9: Massimo Novali.